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Inaugurazione Anno Accademico: il discorso del Presidente del Consiglio degli Studenti

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“LA CENTRALITÀ DEGLI STUDENTI NELL’UNIVERSITÀ E NEL PAESE” 

Presidente della Repubblica, Signori Ministri, autorità, Magnifico Rettore, comunità accademica, gentili ospiti, ci tengo a rivolgere il più caloroso saluto degli studenti e delle studentesse dell’Università di Pavia a tutti i presenti riuniti in questa importante occasione. 

Permettetemi di spendere le prime parole del mio discorso per esprimere la vicinanza agli studenti afgani iscritti nella nostra università rimasti bloccati nel proprio Paese. Chiediamo che le autorità diplomatiche riescano a organizzare un corridoio umanitario per il rientro. Ringrazio il Presidente della Repubblica per le parole rivolte a Ventotene a favore delle solidarietà e dell’accoglienza europee. 

Dopo un anno e mezzo d’emergenza sanitaria e sociale, è giunto il momento di compiere una riflessione strutturale sul ruolo dell’accademia e sulla centralità di noi studenti in essa.
È indubbio che la pandemia abbia acuito problemi storici dell’università e che le richieste di attenzione formulate dalla classe studentesca siano state troppo spesso mal recepite. 

C’è urgenza di attuare le riforme sulle lauree abilitanti, sui dottorati di ricerca e di investire nell’edilizia universitaria e nelle borse di studio. Lontano ancora il cambio di rotta, basti pensare che solo il 17% delle risorse del PNRR è destinata al settore istruzione e ricerca. In un contesto già gravato duramente da anni di sottofinanziamenti che hanno contribuito a creare la vergognosa figura dell’idoneo non beneficiario, solo 500 mln su 31,9 mld è stato indirizzato alle borse di studio. 

Non è utopico immaginare queste aule gremite di studenti, dottorandi, ricercatori e docenti. Ci indigniamo quando il 23% dei giovani in Italia non studia, non lavora e non è in formazione. Da anni rivendichiamo maggiori investimenti sull’accessibilità alla formazione superiore. Purtroppo, modesti investimenti nell’orientamento e la notax area a 22.000 € a livello nazionale non saranno sufficienti: per questo ci batteremo anche tra le mura di questa Università per un progressivo innalzamento di quest’ultima fino a 30.000€ nell’immediato futuro; non sogniamo un semplice innalzamento della no tax area, ma pretendiamo la gratuità dell’istruzione per tutte e tutti. 

E se, come i giovani rivendicano da anni, l’accesso al sapere è la chiave per il progresso della società, è chiaro come si debba riaffermare ancora una volta la centralità della formazione superiore delle nuove generazioni nel dibattito pubblico nazionale.
Ministeri, enti regionali e locali e le singole università hanno il dovere di rispondere ai nostri bisogni. 

Va condannata la retorica che le politiche giovanili siano sacrificabili, costruendo un tessuto sociale adatto al processo di crescita, smontando la credenza dei giovani che non hanno voglia di fare e spesso attori di una non ben precisata malamovida. Vogliamo una città che sia realmente a misura degli studenti. Pavia, con i suoi collegi universitari, vanta una peculiarità nel panorama nazionale. Tuttavia, però, ci duole denunciare che questa ricchezza è seriamente messa a rischio dal sotto-finanziamento regionale all’EDiSU (con un buco di 3 milioni di euro per le borse di studio e per il sistema collegiale): è necessario porre fine all’ideologia che gli investimenti sul futuro delle nuove generazioni non siano la priorità delle agende politiche, rispettando l’articolo 34 della nostra costituzione: i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. 

Bisogna, però, rifuggire le interpretazioni faziose del concetto di meritocrazia, sconfessando l’etica dell’eccellenza per perseguire la morale del successo e dell’emancipazione della collettività. L’erogazione dei finanziamenti statali alle università, anche se in leggero aumento, ha visto una crescita della quota premiale a discapito della quota base, fino al massimo del 30% concepito dalla legislazione vigente: la valorizzazione delle eccellenze non può andare a discapito della diffusione democratica della conoscenza, requisito necessario per una società equa e consapevole. 

Si coltivi, in queste aule, la libertà di essere sé stessi, la consapevolezza di contribuire con la propria essenza ad un progetto collettivo scevro dalle logiche di profitto e competitività.
Non è più ammissibile che il 30% degli studenti universitari soffra di disturbi di ansia e di depressione, e i servizi di supporto psicologico, agiscono solo a valle, quando è necessario combattere le cause primarie. 

L’ateneo non è una pista di gara, né un luogo di semplice trasmissione di competenze. Per questo il perno di una nuova primavera deve essere il ripensamento del sistema didattico, innovativo e che non miri solo alla creazione di professionisti, ma di cittadini consapevoli. La trasmissione entusiasta delle conoscenze deve alimentarsi di forze nuove, menti giovani e abbattere il sistema piramidale che troppo spesso incatena i ruoli di didatta e discente in logiche gerarchiche e anacronistiche. 

La stessa logica gerarchica che non vede gli studenti impegnati nei tirocini come risorsa e non permette loro di ricevere un’adeguata indennità economica. Per un effettivo inserimento nel mondo del lavoro sono necessarie acquisizione di competenze e soprattutto di consapevolezza della scelta compiuta distaccandosi da una logica che accosta il sapere al perseguimento e adeguamento alle logiche di mercato. 

Le università devono essere l’epicentro di nuovo periodo di progresso sociale e culturale del nostro paese. 

Affinchè questa non rimanga un’utopia, sono necessari finanziamenti; occorre inoltre riaffermare la natura di questi che devono essere pubblici e non privati, perché l’Università rimanga libera, indipendente e al servizio della collettività. 

Non sia mai costretta l’espressione della vocazione individuale, e mai l’università diventi un luogo di mero profitto sulle nostre aspirazioni. 

La strada è stata tracciata, e dei passi avanti sono stati fatti. Bisogna riconoscere con orgoglio i grandi sforzi fatti dall’ università, studenti e professori per mantenere alta la qualità della formazione in questi mesi difficili, ma il ritorno allo status quo pre-pandemico non è la via auspicabile. Insieme, cogliamo le occasioni che dalle difficoltà possono nascere, con la consapevolezza che siamo noi studenti, oggi e domani, gli attori di un nuovo rinascimento in Italia. 

Ai miei compagni dico “Istruitevi, agitatevi, organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza, il nostro entusiasmo, la nostra forza” e nel prossimo futuro questo augurio di Antonio Gramsci dovrà risuonare ancora più chiaramente. Grazie e buon anno accademico. 


“THE CENTRALITY OF STUDENTS IN THE UNIVERSITY AND IN THE COUNTRY”

President of the Republic, Misters Ministers, authorities, Rector, academic community, dear guests, Iwant to greet everybody that has come on this important occasion on the behalf of all of the students of the university of Pavia.

I want to express my closeness to the Afghan students enrolled in our university that got stuck in their country. We ask the diplomatic authorities to open a humanitarian corridor for their comeback.

I want to thank the President of the Republic for the words said in Ventotene in favour of European reception.

After one year and a half of sanitary and social emergency, it’s time to make a reflection on the role of accademia and its importance for us students.

It’s obvious that the pandemic worsened the usual problems and the requests from the students were often misunderstood.

Is urgent to implement a reform of qualifying degrees, of PhD and invest in the university building industry and on scholarships.

Only 17% of the resources of the PNRR is dedicated to research and education. After years of underfunding only 500 million of 31,9 billion are destined for scholarships.

It’s not an utopia to think of these classes full of students, doctoral candidates and professors. We get upset when 23% of the youth doesn’t study and doesn’t work. The notax area at 22.000 € is not enough, we will fight for the increase to 30.000 € in this university, but it’s not our final wish, we want free education for everybody.

And if society progresses with knowledge it is clear that we have to put education in the first place in the national discussion.

Ministers, regional  and local institutions and every university have the duty to fulfill our needs.

We need to condemn the thought that youth policy are expandable, we need to build a social fabric where we can grow, denying the idea that young people don’t want to do anything and often partake in dangerous social activities. We want a city made for students. Pavia with its dorms boasts a peculiarity on the national scene. However we need to report that this advantage is in danger thanks to the underfunding of the EDISU (with a gap of 3 million of euros for the scholarships and for the dorms system): it is a necessity to end the ideology that the investments on the future of the youths are not a priority on the political agenda, respecting the article 34 of our constitution: the capable and the deserving, even without any means, have the right to get an high education.

However, we need to fight the idea that the eccellente is needed.

The delivery of national funding  for universities have seen an increase of the premial share, the damage of the base share, the valorisation of excellence can’t be at the expense of the democratic diffusion of education.

In these classes we need to grow the ability of being ourselves, the knowledge of helping a project that is free from any profit and competitiveness.

It is not tolerable that 30% of university students suffer from depression and anxiety.

University is not a race nor even a simple transmission of skills. This is why we need to renovate our teaching methods so we can demolish the piramidal scheme that often goes into anachronistic hierarchies.

The same hierarchy’s logic denies an economic compensation for the internships. Universities need to be the new epicentre of cultural and social progress in our country.

If we want this vision to become reality we need funds; we need to reaffirm that these funds need to be public and not private so that the university can be free, independent, and at the service of the population.

Some steps have been taken, we need to recognise with pride the great efforts taken by university, students and professors to maintain a high quality education in these trying months. But the return of the pre pandemic situation is not the best we can aim for.

We need to take the best even in the worst situations, remembering that the students are the actors for a new renaissance in Italy.

To all my colleagues I tell “learn, get heated, get organised because we will need all of our intelligence, our enthusiasm and our strength” and in the future this wish from Antonio Gramsci should resound even clearer. Thank you and have a good academic year.

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